Dirigenti e aziende, preparazione rispetto al crimine informatico: parliamo di un rapporto ancora troppo sbilanciato. La capacità del nostro Paese di affrontare, in termini di conoscenza, le minacce informatiche, come virus, furto dei dati e conseguenti disservizi, è ancora troppo bassa o, semplicemente, non si presta la dovuta attenzione.
La situazione, però, dovrà necessariamente modificarsi in previsione delle nuove regole europee per la protezione dei dati (GDPR), che entreranno in vigore nel 2018.
L’anno 2016 ha visto una grandissima percentuale delle aziende italiane vittima di un attacco di notevoli dimensioni, cosa che, per molti, si è ripetuta più volte.
Nel corso dello scorso anno, è stato il ransomware a farla da padrone, tanto che ha compromesso fortemente i servizi e la stessa reputazione delle aziende colpite. Le attività quotidiane delle aziende sono state bloccate anche dal phishing, seconda minaccia per frequenza, e ancora altri malware, virus e casi di spionaggio informatico.Quest’ultimo, secondo una ricerca effettuata da Trend Micro, è visto come il peggior rischio per l’anno in corso, assieme ad attacchi maggiormente mirati, proprio perché i dirigenti e le imprese sono consapevoli della capacità degli hacker di perfezionare tecniche e strumenti.
Si fa predominante l’esigenza di una protezione, che spesso, secondo quanto raccolto da differenti indagini, viene ostacolata da una mancanza di una profonda comprensione dei nuovi pericoli e rischi, da infrastrutture tecnologiche obsolete e, di conseguenza, più facilmente attaccabili e una mancanza di innovazioni e proposte nell’ambito della cybersecurity da parte dei fornitori.
Sicurezza e prevenzione vanno, quindi, a braccetto con un fornitore d’eccellenza di cui fidarsi. Vi ricordiamo che i nostri esperti e consulenti informatici sono a disposizione per illustrare la soluzione più idonea e verticalizzata su specifiche esigenze e necessità.